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domenica 30 gennaio 2011

The butterfly effect.


Sei stata quella che più desideravo, quella con cui ho imparato tante cose. A questa distanza tutto è alimentato: sei stata la mia guerra, i miei sorrisi e la mia rabbia. Poi sei tornata con un fascino nuovo, che ti colma, e poi te ne sei andata con la stessa semplicità, ma stavolta non ha lasciato davvero niente, ti sei portata via tutto.


Domenica 30 Gennaio 2011

In questa flemmatica domenica di fine gennaio, ci si può svegliare con un raggio di sole che ti viene a bussare alla finestra. La notte è stata lunga, ma il riposo non ci sazia mai.
Il profumo che si respira di fuori è intenso, dà quasi fastidio: la salsedine che ti entra nelle narici sembra quasi che ti ci si incastri dentro.
Dovrei essere triste, dovrei essere affranto ed abbattuto. Ma non lo sono, per niente. Mi sono spremuto di tutto l'amore come lo si fa con un'arancia, di cui ora ne rimane solo la buccia. Non mi sono mai pentito di aprirmi così tanto con lei fino a venerdì mattina, poi ho invece capito di aver fatto solo e solamente un'enorme stupidata. Non si gioca con i sentimenti. Sono diventato apatico, e questo mi renderà più forte. Ma davvero questa volta non torno indietro. Non me lo posso promettere, nella vita non esiste una sola cosa che sia certa; ci proverò, ma seriamente questa volta.

Il ghiaccio fuori copre tutto. Come celofan che avvolge gli oggetti e li rende brillanti, di una freddezza quasi austera. Non dicono niente, e nel loro gelo sembrano dei soprammobili sparsi qua e là senza seguire una regola. Ovunque non si segue una logica, è tutto un disegno incredibilmente astratto. Noi con il cuore però, che teoricamente dovremmo essere con il nostro spirito quelli “ribelli”, siamo gli unici che invece provano a seguire un percorso fatto di tappe logiche che un tempo avevamo provato a stabilirci.

Ciò che è strano, è che ogni passo, ogni movimento ed ogni minima attitudine che compiamo anche senza pensarci, andrà a scrivere il nostro futuro. The butterfly effect, l'effetto farfalla. È tutto un tassello che mettiamo in una posizione tale da cui tutti gli altri dovranno dipendere. Provate solo ad immaginare di cambiarne uno del passato: la nostra vita non sarebbe questa.

Matteo.

sabato 22 gennaio 2011

Com'è strana la Vita.


(pezzo trascritto dalla carta)

C'è scrivere e scrivere. Oggi è uno di quei giorni in cui senti il bisogno di fermarti in un bar e prendere un foglietto. Il resto è solo cuore che si fonde all'inchiostro.


Harstad, 22 Gennaio

Dalla finestra del Jordbærpikene di Harstad, si vede un mondo particolare: il cielo sembra fondersi con il mare. Tra il grigiore invernale ci sono sprazi di bianco. È luce che vorrebbe mettere la testa sotto le nuvole per vedere what's happening, cosa sta succedendo. Più in basso invece l'oceano è dello stesso colore: un'immensità che rispecchia l'alto.
Come polvere che aleggia in una desolata stanza percorsa da un raggio di sole, la neve cade svogliata a terra, senza una meta. È scappata dal cielo, ma il suo immenso viaggio sulle ali del vento finirà sul ciglio di una strada, e la libertà di ogni fiocco che scende con traettorie mai uguali diventerà solamente parte di un insieme che prima o poi svanirà.

Ci siamo rincorsi, evitati, scontrati ed allontanati. Poi invece chiudo gli occhi e sei ancora qui: com'è strana la vita. Che sia una cosa destinata a durare, o solamente l'affiorare di sogni di un weekend di mezzo, ce lo dirà il tempo. Oggi sei qui, il resto conta poco o niente. Un passo alla volta, e domani sarà un giorno di più. Una storia fatta di piccole conquiste. L'effetto che mi fa è però evidente: il riflesso sul vetro della finestra sancisce non un Matteo con il sorriso, ma un sorriso con il Matteo.

Sulle note dei Coldplay mi ricordo che ho ancora un conto da pagare. Per fortuna è solo quello del caffè che ho qui davanti e che questi block-notes mi hanno fatto scordare di bere. Prendiamo e poi ci distraiamo, è sempre così. Ma se le distrazioni sono solo queste, allora pagherei per dimenticarmi un caffè sul tavolo ogni giorno.

La canzone nelle cuffie mi dice così:

"..and tell me you love me, come back and haunt me,
oh and I rush to the start.
Running in circles, chasing tails,
and coming back as we are.."

Vuoi vedere che sia poi proprio così?

Matteo.

martedì 18 gennaio 2011

Solo una canzone, just a song.


..Solo una canzone questa volta..

<<..ma in fondo fa lo stesso, in fondo quello che voglio
è che tu sia contenta, vederti sorridere..
e niente di più..>>
Matteo.

domenica 16 gennaio 2011

16 Gennaio




I primi raggi di sole, dopo eterni mesi di buio e di attesa, sono una rivelazione. È lo svegliarsi della vita, il sorgere di una nuova avventura. Non importa per quanto poco si sia fatto vedere, so che d'ora in poi ci sarà, sempre un attimino di più.



Domenica 16 Gennaio

Ogni domenica tutto si chiude per lasciare spazio al nuovo che viene. I rami spogli coperti di neve sono ghiaccio che taglia, con estremi che vorrebbero andare oltre ma che si son dovuti fermare a causa dell'età e dal succedersi degli avvenimenti. Brillano però, nel loro freddo. Il sole è arrivato.
La vita qui al nord procede come va la linea curva di una spirale: gira e rigira per tornare da dove era partita, però mai sovrapponendosi al punto di partenza. Tutto gira, tutto va e ritorna, ma non sempre ciò che il tempo ci riporta è uguale a quello che prima ci ha portato via. Migliore o peggiore, ma non potrà mai essere lo stesso.

Incappiamo spesso nell'errore di sederci su una panchina e guardare la gente che va, metafora di una più grande attesa nella quale preferiamo fermarci per osservare la vita che ci passa davanti, nella speranza di riuscire a riavere i pezzi che abbiamo perso nel cammino. Occorre forse invece rimettersi al passo e proseguire. Magari un giorno potremmo riavere ciò che stavamo cercando, ma sarà in una circostanza diversa. Quando ci fermiano solo per sperare di ottenere di nuovo qualcosa che avevamo, non facciamo altro che perdere un miliardo di occasioni che la vita ci propone in ogni piccola sciocchezza, in un'infinità di forme. Capirlo, è una cosa sto imparando; per comportarmi di conseguenza, invece, mi servirà più tempo.

Il rumore del caffè che “sale” dalla moca, accompagnato dal suo ineguagliabile profumo, mi invitano ad andare. Vado a prendermi questo piccolo pezzo d'Italia. Momenti con una musica diversa. Sarà solo un'abitudine, ma forse tutta la vita lo è, fino a quando non capiamo come mettere la testa fuori e respirarne un'aria nuova.

Matteo.

sabato 8 gennaio 2011

Controvento.


Il piccolo spicchio di luna nel cielo buio ci dice poche cose, ma ce ne fa capire tantissime. Ci fa capire come si possa essere interessanti anche se siamo nascosti quasi totalmente da un'ombra, ci fa capire dalla sua forma che anche se non possiamo vederla tutta nella sua pienezza, il resto c'è, dietro un po' di buio.


Sabato 8 Gennaio

Le luci rimaste sull'albero di Natale, brilleranno ancora per poco. Sanno che il loro tempo è finito, e che dovranno tornare nel loro silenzio per altri 11 mesi e più. Non si lamentano, non possono farlo. Il loro tempo è quello e sanno che tutto quello che possono fare ha un inizio ed una fine, non pretendono di tenerci compagnia più del dovuto. Così facendo ci faranno restare con un sorriso, se ne vanno consapevoli che da domani inizieremo ad aspettare il loro ritorno.
Torneremo a fare il conto alla rovescia per arrivare al Natale, per arrivare al giorno in cui crediamo che tutti i nostri desideri abbiano la facoltà di venire esauditi. Non sempre poi è così, ma la speranza che lo sia rende tutto differente.

Tira un'aria gelida di fuori, ti taglia la pelle. Camminare contro vento è un combattimento vero ed una metafora: ti mette alla prova e spesso non è la soluzione migliore. Altre volte risulta l'unica però per arrivare all'obbiettivo, che una volta raggiunto ha un sapore diverso, di una vittoria sudata.

Il vento che si infrange contro le cose, fa rumore. Sembra che bussi alla porta, quasi che volesse entrare. La sua potenza è però vana: l'unica cosa che riesce a spostare sono piccoli cristalli di neve che vanno poi a poggiarsi da un'altra parte.


Il resto che ci regna intorno, è un silenzio d'autore. Riempirlo o no, sarà nostra scelta.
Matteo.

mercoledì 5 gennaio 2011

Il nostro puzzle.

Ogni qual volta iniziamo a scrivere su di una nuova pagina, cerchiamo di farlo nel modo migliore. Scegliamo la penna che scrive meglio, la calligrafia più chiara e la linea più bella da seguire. Tutto bello, se non fosse per il fatto che ci stanchiamo di farlo troppo presto. Tanto non è il modo che conta, ma è il contenuto.


Mercoledì 5 Gennaio

Il capolinea di cui parlavo lì di sopra, è arrivato. Abbiamo voltato pagina, ma non è che cambi poi così tanto. L'unica cosa di diverso che ci trovo è che nella data, l'ultima di 4 cifre è scattata. Occhio che questi sono davvero fatti che ti cambiano la vita! (...)

Anno nuovo, vita nuova? Forse no. Credo che quella sia l'affermazione di chi cerca qualcosa di nuovo nella vita senza però volerlo ottenere veramente, senza desiderare davvero di cambiare le carte in tavola. Allora ci si affida ad una frase fatta, ma così non si va proprio da nessuna parte. Ciò che abbiamo spesso non è quello che vogliamo, ma abbiamo paura di cambiare per non rischiare di avere qualcosa di peggio. Io non mi lamento, non tutto quello che ho rappresenta ciò che voglio, ma non per questo vuol dire che non mi piaccia.

La nostra vita è un grande puzzle. C'è chi ha scelto quello da 20 pezzi e chi quello da 2000, ma sempre puzzle resta. La difficoltà sta nel fatto che non ci sia nessuna immagine da seguire da cui prendere spunto, e dobbiamo "solamente" trovare i pezzi che più ci piacciono tra una montagna di essi, riuscendo a farli combaciare alla perfezione. Puoi prenderti manciate e manciate di pezzettini e poi non riuscire ad assemblarne neanche due, mentre puoi scieglierne solo una coppia e farli aderire alla perfezione. Alla fine sarà sempre più realizzato colui che ha i due pezzettini ben uniti. Non importa avere una marea di cose, l'importante è riuscire a far combaciare quelle che si hanno, anche se son poche. Poi, una volta che hai costruito il tuo centro, puoi provare ad aggiungerci qualcosa ai bordi, ma senza disfare tutto per mettere il nuovo pezzettino nel mezzo. Ad ogni cosa il suo spazio. Poi sennò rischi di far perdere la stabilità a tutto il resto.

Mentre io, sto cercando di lavorarci. Provo magari a cercare di sostituire qualche tassello grosso che ho perso con qualcuno che non ne faccia sentire la differenza. Magari perchè no, riuscire ad ottenerne qualcuno di raro e metterlo ben stretto tra gli altri. Tutto deve però convivere.
Ma che bello il puzzle della vita.
Matteo.